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Mario Frenda: vi racconto la storia di Sunday

Abbiamo intervistato Mario Frenda, fondatore di Sunday, che ripercorre i passi di questa storica azienda Torinese.

Torino
Mario Frenda: vi racconto la storia di Sunday
14 Giugno 2022
«Era il 1979 quando, dopo aver fatto esperienza in alcune agenzie di comunicazione di Torino, decisi che i tempi erano maturi per aprire un mio studio. Avevo conoscenze nel mondo della moda e iniziai così con il curare l’edizione di un catalogo per rappresentanti del fashion, dall’impostazione grafica all’impaginazione di oltre 200 pagine con testi, fotografie, grafica e annunci pubblicitari. Il catalogo faceva il punto sul settore in Piemonte e l’idea ebbe un successo inaspettato tanto che nel tempo ci contattarono anche dall’Emilia Romagna e dalla Lombardia. Posso dire che quel che catalogo fu un apripista.»
Mario Frenda, fondatore di Sunday

Così Mario Frenda, fondatore di Sunday, ha dato inizio alla storia ultraquarantennale dell’agenzia di comunicazione torinese entrata di recente nel gruppo Message.

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Chi è Mario Frenda

Classe 1950, Mario Frenda è stato alla guida di Sunday dalla fondazione alla fusione con Message. Precorrendo i tempi e sempre con ottimo intuito ha saputo captare le esigenze del mercato cogliendone le opportunità e, a volte, creandole.

Dopo diverse esperienze in alcune agenzie del panorama torinese decide di aprire un suo studio e, poco dopo, una società in cui il fulcro dell’attività resta il graphic design, l’ideazione e la progettazione di soluzioni creative applicate soprattutto alla comunicazione corporate e alla reportistica.
Il primo inaspettato successo arriva nel ’79: grazie alle conoscenze di Mario Frenda nel campo della moda, infatti, lo studio realizza un catalogo dedicato al fashion piemontese, una pubblicazione di interesse per gli addetti ai lavori che, per la sua peculiarità, viene richiesta anche in Lombardia ed Emilia Romagna.

Nei primi Anni Ottanta arrivano i contatti con il Gruppo Fiat, la realizzazione di un’importante pubblicazione monografica in tre volumi segna l’inizio di una collaborazione tutt’ora fervida e l’arrivo dei primi Bilanci (uno per ogni società partecipata del Gruppo). 
L’attività legata alla reportistica è cresciuta nel tempo ed è diventata oggi il fiore all’occhiello dell’agenzia torinese. Mario Frenda ha saputo traghettare Sunday in oltre quarant’anni di storia, fidelizzando clienti e collaboratori e stringendo con loro solidi legami di stima, portando la sua agenzia a offrire prodotti e servizi sempre attuali.

«Nel 1981 capii che era arrivato il momento di crescere e fondai una società. L’agenzia si occupava principalmente di graphic design: dalla progettazione grafico-creativa all’impaginazione di cataloghi, brochure, leaflet e house organ. Non ci siamo mai occupati di ADV, preferendo lasciare questa competitiva fetta della comunicazione ai network internazionali cui i grandi gruppi con cui da sempre lavoriamo scelgono di affidarsi per una maggiore capillarità e specializzazione. La nostra specializzazione è invece diventata quella della reportistica. Abbiamo subito capito che era un terreno fertile e, ai tempi, poco battuto, in cui sperimentare e crescere sotto molteplici aspetti, dalla creatività alla precisione passando per la puntualità, sono questi i tre aspetti chiave quando si prende in carico la realizzazione di un bilancio. All’inizio degli Anni Ottanta (bei tempi quelli!) si realizzava un bilancio per ognuna delle società controllate e noi, lavorando per il Gruppo FIAT, avevamo praticamente il monopolio e molto, molto lavoro. Certo ai tempi non si utilizzavano i computer, i processi erano decisamente più lunghi e i passaggi più laboriosi, si realizzava un gran numero di bozze prima di arrivare al fascicolo finale.
Nel 1985 Corso Marconi, l’allora headquarter di FIAT, ci commissionò una monografia istituzionale del Gruppo che organizzammo in un cofanetto diviso in tre volumi: la storia, la struttura del Gruppo e il prodotto. Ricordo che fu un lavoro molto complesso perché si trattava di fissare sulla carta la realtà di una grande azienda con più di 1.800 partecipate in continua evoluzione. Mettere la parola “fine” non era facile e ci vollero tre anni perché la pubblicazione vedesse finalmente la luce. Una grande lavoro, sì, ma una ancor più grande soddisfazione, fu una pubblicazione di pregio.
Anche se la maggior parte delle nostre attività gravitava attorno al Gruppo FIAT nel tempo acquisimmo nuovi clienti di rango come, ad esempio, Martini & Rossi».

Visto che vi siete specializzati nei Bilanci e che la loro realizzazione si concentra in una breve parte dell’anno, quali erano le attività in cui l’agenzia era coinvolta nei mesi rimanenti? 

«In realtà il rapporto con le grandi aziende – fra le quali sicuramente quelle del Gruppo FIAT avevano un posto di rilievo – era più articolato. C’erano già le grandi agenzie pubblicitarie cui le società si affidavano per l’ADV, ma le grafiche venivano commissionate direttamente alle realtà più piccole e specializzate come la nostra, perché sarebbero comunque finite in subappalto. Seguivamo quindi, con la realizzazione di materiali collaterali come brochure, leaflet e cartelle stampa, eventi come il lancio del motore Fire prodotto allo stabilimento di Termoli, la riqualificazione dello stabilimento Alfa Romeo di Cassino, il lancio della nuova Campagnola e numerosi altri appuntamenti anche di altri clienti.»

E intanto vi specializzavate in quella che oggi si chiama comunicazione istituzionale o corporate…

«Esattamente. Sui bilanci abbiamo acquisito negli anni una grande competenza che ci ha portati ad essere un nome nel panorama italiano con clienti come Comau, SKF Industrie, Panini, ATIVA, IREN, Reale Mutua Assicurazioni, Moncler, FCA Bank, Lavazza, Nova Coop, Fiera Milano, oltre al già citato Gruppo FIAT con le realtà che si sono create dopo le diverse fusioni e separazioni (FIAT Industrial, FCA, Stellantis, CNH Industrial, Iveco Group), e con questi clienti abbiamo avuto la possibilità di realizzare anche altri progetti di comunicazione interna, appunto. Progetti trasversali che prevedevano lo studio di un concept creativo applicabile a una comunicazione destinata prevalentemente ai dipendenti o agli stakeholder, dove dovevamo interpretare e rendere “in comunicazione” il pensiero aziendale. Da qui sono nati house organ, codici di condotta in oltre venti edizioni linguistiche e la loro comunicazione attraverso i canali a disposizione delle diverse realtà (come la intranet, i monitor dislocati nei plant e le bacheche aziendali), allestimenti di spazi come locali mensa (per Maserati) ed eventi per Regione Piemonte con la realizzazione di tutti i materiali coordinati correlati (cataloghi, brochure, card, video, leaflet, design di loghi, illustrazioni e infografiche, ecc.).
Il 2004 è stato l’anno che ci ha portati a un’ulteriore, importante, evoluzione: l’implementazione in organico di professionisti dell’area digital per iniziare ad affacciarci anche in quest’ambito che, fino ad allora, non avevamo mai sperimentato. Animazioni 2D, grafiche 3D, realizzazione di video in live action o grafica animata, siti internet: fu un grande cambiamento, ma non potevamo non restare al passo con i tempi. Se si considera inoltre che oggi anche i Bilanci finanziari e di sostenibilità si stampano molto meno, anche per una questione di attenzione all’ambiente, poter offrire ai nostri clienti prodotti alternativi per comunicare i propri risultati ci ha permesso di presentarci sempre come un partner competente e aggiornato, capace di offrire soluzioni alternative e mai scontate, aspetti che nel tempo ci hanno premiato con la fiducia che si è instaurata con i nostri referenti e, ovviamente, con l’ampliarsi del portfolio grazie a nuove, eterogenee, richieste, sempre nuove prove in cui cimentarsi per crescere e accresce le professionalità, le competenze e la curiosità.»

Come è cambiato il vostro lavoro nel tempo?

«La tecnologia ha ridisegnato tutto, così come l’evoluzione della normativa sulla reportistica. Anche l’obbligo per le società quotate di redigere un bilancio di sostenibilità ha modificato ulteriormente lo scenario, portando anche altre aziende ad allinearsi considerato quanto i temi CSR stiano diventando sempre più centrali e strategici, e veicolando su di noi maggiori richieste. Questo ha comportato per Sunday un necessario adeguamento alle nuove esigenze e una continua formazione in materia. Per quanto riguarda la realizzazione pratica di un bilancio possiamo dire che si sono evoluti gli strumenti e che di certo si realizzano molte meno copie stampate (a volte nessuna), ma il nostro lavoro è rimasto pressappoco il medesimo, magari con tempi più compressi rispetto ai primi Anni Ottanta: che l’output finale sia un fascicolo stampato, un .pdf sfogliabile, un mini-sito o una pubblicazione digitale interattiva il nostro metodo non cambia. Un metodo che ci ha permesso, in tutti questi anni di attività, di conquistare la fiducia e la stima di molti che continuano a riconoscere in Sunday creatività, prontezza, precisione e puntualità.»

Intervista di Giovanni Digiacomo

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